Cefalea, arriva l'invalidità: riguarda 7 milioni di italiani, ecco come ottenerla
Alla ricerca, i cui primi autori sono Zvonimir Vrselja e Stefano G. Daniele, ha collaborato l'italiana Francesca Talpo, che lavora fra Yale e Università di Pavia. Per Sestan, in futuro la stessa tecnologia «potrebbe essere utilizzata per terapie contro i danni provocati dall'ictus». L'esperimento è stato condotto su 32 cervelli di maiale ottenuti da macelli con lo strumento chiamato BrainEx, progettato e finanziato nell'ambito della Brain Initiative promossa dagli statunitensi National Institutes of Health (Nih). Il dispositivo si basa su un sistema che, a temperatura ambiente, pompa nelle principali arterie del cervello una soluzione chiamata BEx perfusato, un sostituto del sangue basato su un mix di sostanze protettive, stabilizzanti e agenti di contrasto.
Yale scientists restored some activity within the brains of pigs several hours after the animals had been slaughtered. https://t.co/yhob1yg4GK
— AP Health & Science (@APHealthScience) 17 aprile 2019
Immersi nel dispositivo, che in sei ore ha ripristinato l'irrorazione in tutti i vasi sanguigni, i cervelli hanno mostrato sia la riduzione della morte cellulare, sia il ripristino di alcune funzioni cellulari, compresa la formazione di connessioni tra i neuroni (sinapsi). Non è chiaro se tempi di perfusione più lunghi potranno ripristinare completamente l'attività cerebrale: per verificarlo saranno necessari ulteriori esperimenti. È stato invece dimostrato che mantenere l'irrorazione sanguigna e la vitalità di alcune cellule può aiutare a conservare gli organi più lungo. Nel caso del cervello umano, per esempio, ritarderebbe il processo di degradazione che distrugge le cellule e permetterebbe ricerche oggi impossibili perché le attuali tecniche di conservazione richiedono processi, come il congelamento, che alterano la struttura cellula in modo irreparabile.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2019, 09:38
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