Avere gengive sane “potenzia” l'efficacia dei farmaci ipertensivi
«L'articolo è interessante - commenta Luca Landi, presidente Eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) - in quanto dimostra una volta di più l'importanza della salute orale e parodontale in particolare, per raggiungere un buono stato di salute generale. Le relazioni tra malattia gengivale e problemi cardiovascolari sono a noi ben note - continua - e le evidenze scientifiche di questo rapporto stanno divenendo via via più solide». In questo studio gli esperti hanno visto che gli ipertesi con parodontite che non assumono farmaci per la pressione hanno in media valori pressori più alti di 7 unità di pressione rispetto a pazienti con gengive sane. Inoltre hanno visto che i farmaci per ridurre la pressione sono meno efficaci nei pazienti con parodontite che hanno in media la pressione di 3 unità più alta rispetto a ipertesi in terapia ma con gengive sane. Tre unità in più sono tante, sottolinea Pietropaoli, si tratta di un valore corrispondente alla riduzione pressoria che si può ottenere con una dieta povera di sale. È emerso che chi soffre di malattia gengivale ed è iperteso ha il 20% di probabilità in meno di raggiungere valori ottimali di pressione sanguigna.
«Gli aspetti patogenetici che legano ipertensione e parodontite sono ancora tutti da definire - conclude Landi - ma è significativo quanto emerge da questo studio, e cioè che il controllo dell'infiammazione parodontale produce una riduzione della pressione sanguigna pari a quella determinata da una dieta iposodica e che i farmaci anti-ipetensivi sono meno efficaci se non abbinati ad un controllo dell'infiammazione gengivale».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Ottobre 2018, 16:33
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