Pensava di avere una gengivite come se ne vedono tante. Nulla di cui preoccuparsi più del dovuto, da curare con qualche seduta di pulizia dentale. Invece, quello che stava affliggendo Thomas Nuovo, morto a 44 anni il 15 dicembre del 2020, era un melanoma. L'odontoiatra che l'ha seguito, M.I., dovrà adesso rispondere dell'accusa di omicidio colposo, riporta Il Messaggero. La Procura di Roma ha infatti richiesto il rinvio a giudizio per il medico, che non avrebbe riconosciuto il melanoma, che si è poi diffuso su tutta la bocca uccidendo il paziente.
La vicenda
Thomas Nuovo avrebbe avuto la prima diagnosi errata il 4 aprile del 2018, circa due anni e mezzo prima di morire. Ricevuto nello studio odontoiatrico a Sud di Roma per un dolore dovuto a un rigonfiamento tra i denti, è andato poi via pensando di avere un'infiammazione. «Gengivite», la diagnosi del dentista accusato ora di omicidio colposo, che ha consigliato al paziente una pulizia dentale per risolvere il fastidio.
Dopo diversi incontri nello studio odontoiatrico, sarebbe stata l'igenista ad accorgersi che quel rigonfiamento persistente potesse essere un tumore, riportandolo sulla cartella clinica di Nuovo (anche se poi, al momento del sequestro del diario clinico da parte dei carabinieri del Nas nel settembre del 2021). Il dentista, nonostante i dubbi della sua collega, non considera l'idea che possa trattarsi di un melanoma, quello che poi si è rivelato, ma consiglia al paziente di continuare a monitorare lo sviluppo della "gengivite". Il primo ottobre viene sottoposto a una nuova radiografia, al termine della quale il dentista esclude la presenza di una lesione neoplastica.
La diagnosi e la morte
Nei mesi a seguire - scrive ancora il Messaggero - nonostante la progressiva estensione della tumefazione, continua a calendarizzare semplici sedute di igiene orale.
Le indagini
Secondo il pm Vincenzo Barba, che ha coordinato le indagini, il dottor M.I. avrebbe cagionato la morte del 44enne romano «per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia», «in particolare - si legge nel capo di imputazione - diagnosticando una gengivite dovuta a un’errata igiene orale (valutazione questa inizialmente plausibile), in assenza di una regressione della patologia nei tempi indicati in letteratura medica odontoiatrica (circa 15-21 giorni), a fronte del quadro sintomatico perdurante», non avrebbe disposto accertamenti cito-istologici, «che, qualora eseguiti tempestivamente, avrebbero rilevato con sensibile anticipo la natura maligna della patologia da cui Thomas Nuovo era affetto, così impedendo che sopravvivesse, rispetto alla data del decesso, per un lasso di tempo apprezzabile e significativo».Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Maggio 2024, 16:17
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