La capacità di scegliere non sempre rientra nei diritti, in particolar modo se si è una donna e se si abita in Honduras. È il caso di una giovane di 34 anni che ha deciso di portare il Paese dell'America centrale davanti alle Nazioni Unite, per denunciare il divieto di abortire. La donna è stata vittima di uno stupro dal quale è rimasta incinta, ma nel suo Paese è proibito abortire, anche quando una gravidanza è stata concepita a causa di un abuso sessuale. Violenza sulle donne che emerge anche da una ricerca dell'Osservatorio nazionale dell'Università autonoma dell'Honduras, che sottolinea che il Paese venga considerato uno dei più "pericolosi" dell'America latina in quanto a sicurezza delle donne, contando nel 2023 ben 328 femminicidi, in crescita rispetto all'anno precedente, che ne ha contati 308.
La denuncia
In Honduras è assolutamente proibito l'aborto. Una donna, infatti, non può interrompere la gravidanza anche se questa è stata concepita a causa di una violenza sessuale, se il feto ha una malformazione o se la vita della stessa è in pericolo a causa del suo stato.
Ma c'è chi ha avuto il coraggio di dire "no" davanti a questo divieto: un'indigena ha deciso di denunciare lo Stato dell'Honduras all'Onu, perché alla 34enne è stata negata la possibilità di abortire, nonostante sia rimasta incinta dopo aver subito uno stupro commesso come ritorsione per aver cercato di difendere la propria terra.
La politica dell'Honduras
Anche se non ancora non si conoscono gli esiti della denuncia, l'Honduras rimane una della Nazioni in cui sono in vigore delle leggi molto rigide nei confronti delle donne.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2024, 10:10
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