Gli italiani hanno confrontato le reazioni a stimoli di tipo sociale (ad esempio i movimenti di una mano) di 13 neonati di 6-10 giorni di vita a alto rischio di malattia (perché con fratelli maggiori autistici) e 16 neonati a basso rischio. È emersa una netta differenza tra i due gruppi: i bebè a rischio perdono subito interesse per gli stimoli sociali, il loro sguardo non è catturato a lungo da essi. I neonati a basso rischio, invece, prediligono in maniera netta gli stimoli sociali, rispetto a stimoli diversi.
«Abbiamo intenzione di seguire questi bambini almeno fino al compimento del loro secondo compleanno - spiega Vallortigara all'ANSA - per vedere se manifestano una qualche forma di autismo anche lieve.
Il nostro potrebbe divenire un test predittivo precocissimo e quindi anche una via verso potenziali interventi precoci. I risultati finora sono molto incoraggianti». «Allo stato attuale delle conoscenze la diagnosi e l'intervento precoce è quanto di meglio possiamo fare per questi bambini - conclude l'esperto -. E la semplicità dei nostri test li rende di facile impiego e di basso costo per la diagnosi».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Maggio 2016, 19:10
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