Un'esperienza pilota, quella della Case della salute, che in alcuni casi ha portato anche alla nascita di un'altro progetto sperimentale, quello degli 'ospedali di comunita: «Alcune Case - spiega Venturi - hanno cioè al loro interno anche dei letti di degenza che non sono però destinati a malati acuti, bensì a malati cronici, come ad esempio gli anziani, che hanno però bisogno di un'assistenza in ambienti protetti con medici e infermieri».
In tutto sono una decina ed i costi sono a carico della Regione: «Si tratta di esperienze positive che hanno portato ad una riduzione dei ricoveri ospedalieri, con un taglio dei costi. La nuova Convenzione - commenta l'assessore - non ci coglie di sorpresa. L'obiettivo è ora implementare questo modello di assistenza». Anche nel Lazio sono già oltre 500 gli studi medici Ucp che garantiscono un'assistenza continua ai pazienti fino a 12 ore al giorno. Punti di riferimento presenti dal 2009 e che hanno portato, anche qui, alla riduzione del 10-15% degli accessi ai Pronto soccorso. I medici di famiglia, afferma D'Andrea, »garantiscono una presenza di almeno 9 ore al giorno, aggregandosi in un numero che varia da 5 a 16 specialisti. Il nostro studio Ucp a Roma, ad esempio, è nato 5 anni fa: siamo 50 medici aggregati e garantiamo un'assistenza h12 per 7 giorni su 7, per un totale di 50mila pazienti, ed i risultati sono davvero buoni«. Il cittadino, infatti, »sa di poter avere sempre un punto di riferimento e per questo, invece di andare in ospedale - rileva - si rivolge a noi. Nel nostro studio abbiamo visitato in 4 anni oltre 20mila pazienti e solo per 120-150 si è reso necessario il ricorso al Pronto soccorso. Insomma, il primo risultato concreto sono i Pronto soccorso della città meno intasati; il secondo, ma non meno importante - conclude il medico - è che il cittadino sa di poter avere sempre un punto di riferimento, dove la visita sarà garantita in tempi celeri su un arco temporale prolungato».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Aprile 2016, 17:58
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