Un dirupo sul lago di Nemi, Roma. Un volo di trenta metri dal costone di un sentiero boschivo uccide, domenica sera 14 aprile, Fabrizio Procaccini, 14enne di Ariccia. Una morte troppo precoce. Tanto dolore martedì 17 aprile ai funerali del giovane. «I volti attoniti, storditi, quasi tutti vestiti di nero, in segno di lutto e di rispetto, con in mano palloncini e striscioni per ricordare nella chiesa affollatissima il loro amico», scrive Il Messsaggero.
Il quotidiano romano racconta che alle esequie c'erano molti compagni di scuola del giovane, studente dell'istituto alberghiero Ugo Tognazzi di Velletri, gli amici di sempre e quelli della boxe Olympia che hanno voluto salutare per l'ultima volta l'adolescente.
Il dolore della mamma
«Mi manca l'ossigeno. Un dolore così è disumano. Nessun genitore dovrebbe mai vivere questo». Sono le parole della mamma, Maria, 36 anni, estetista, che sui social scrive: «Era il mio ometto.
La morte
Una giornata passata al lago di Nemi insieme alla comitiva di amici, poi il rientro a casa tutti insieme, tra scherzi e fotografie per immortalare una domenica di primavera che sembra già estate. Ma Fabrizio Procaccini mentre camminava con i compagni si è allontanato per arrampicarsi sul punto più alto del sentiero a strapiombo che costeggia il lago e si è arrampicato al ramo di un albero.
In quel momento si è consumata la tragedia: il ramo si è spezzato, e il ragazzino è precipitato per trenta metri lungo un dirupo, per poi finire sulle rocce sottostanti. Una caduta che non gli ha lasciato scampo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 15:35
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