«Willy è morto perché nero, non era un eroe», la mamma: non odio chi lo ha ucciso, spero riflettano

Il giovane italiano di origine capoverdiana è stato ucciso il 6 settembre 2020 a Colleferro dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli

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di Redazione web

Un dolore che non accenna a diminuire. Lucia Monteiro Duarte, mamma di Willy, ucciso il 6 settembre 2020 a Colleferro dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, in un’intervista a la Repubblica spiega: «Quella sera mio figlio non ha difeso il suo amico: gli si era avvicinato per sapere come stava perché l’aveva visto litigare. Stava tornando a casa con Samuele, si è avvicinato a Federico Zurma e gli ha chiesto: “Tutto bene?”. E lui neanche se ne è accorto. La lite con Belleggia d’altronde era già finita. Willy non è stato un eroe come tutti lo descrivono. L’unico che ha raccontato bene la dinamica è stato proprio Belleggia».

«Willy è morto perché nero»

L’aggressione si è verificata «perché i Bianchi sono arrivati in quel momento e lo hanno subito preso a botte. È ancora più atroce, lo hanno ucciso senza motivo». Nei suoi confronti, secondo la mamma di Willy, c’è stata discriminazione razziale: «Non l’ho mai detto, ma secondo me sì anche se nel processo non è stata riconosciuta. Non hanno picchiato nessun altro ragazzo, Samuele è stato allontanato con un calcio e lui è italiano. Si è fatto male ma niente di grave. L’unico picchiato a morte è stato Willy».

Il matrimonio in carcere di Mario Pincarelli

Sul recente matrimonio di Mario Pincarelli, la donna dice di non aver provato «nulla. Non giudico, quello che mi interessa è che non facciano a un’altra persona quello che hanno fatto a Willy. Se Pincarelli ha deciso di sposarsi, sono fatti suoi. La gente a Paliano è molto arrabbiata, io sono serena perché la giustizia fa il suo corso. Se odiassi questi ragazzi e gli augurassi del male, comunque Willy non tornerebbe. Gli auguro che la morte di Willy possa servire a cambiare qualcosa nelle loro vite.

Ma devono riflettere su tutto il male che hanno fatto in quella sera di violenza. Dopo tre anni e mezzo, però, non mi sembra che l’abbiano fatto».

 

Gli imputati

«Non hanno mai ammesso le loro colpe – dice la donna –. L’unica cosa che fanno è accusarsi a vicenda. È terribile. Avrei preferito sin dall’inizio che avessero detto: “È stato un momento di follia, non abbiamo capito niente”. Lo accetterei, anche adesso. Invece ripetono di non aver fatto nulla a Willy. Questa leggerezza da parte loro mi fa troppo male». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 11:27
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