Tatuaggi, boom di pentiti: i giovani in cerca di lavoro chiedono di cancellarli

Tatuaggi, boom di pentiti: i giovani in cerca di lavoro chiedono di cancellarli
ROMA Il tatuaggio non conosce crisi tra gli italiani e tra i suoi appassionati sono sempre di pi i giovani. Sono, infatti, circa un milione e mezzo le persone che ne hanno uno, i ragazzi tra 12 e 18 anni sono il 7,5% del totale. A confermarlo sono i dati presentati dal centro nazionale Ondico (Organismo notificato dispositivi e cosmetici) dell'Istituto superiore di sanit.



Tuttavia se è vero che se aumentano gli amanti del tattoo, cresce anche l'esercito dei pentiti o di chi, soprattutto per motivi di lavoro, deve farselo cancellare come rileva Ezio Mara Nicodemi, chirurgo estetico dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma.





«Nel nostro Paese a prendere questa decisione, a volte sofferta - spiega - è più del 30% dei tatuati, soprattutto uomini. E di questi, il 40% lo fa per motivi lavorativi». A decidere di rimuovere un disegno sulla pelle non sono solo le star stanche del solito tatuaggio ma sempre più giovani alla ricerca di un lavoro in questi tempi di crisi. «Soprattutto - aggiunge il chirurgo - quelli che si apprestano a partecipare a dei concorsi. La richiesta più frequente è quella di rimuovere il disegno nel minor tempo possibile».



A volte, però, il tatuaggio va rimossoper problemi di salute. «Chi ne ha uno - spiega ancora Nicodemi - può avere problemi nel sottoporsi ad esami come la risonanza magnetica, per l'effetto del magnete che attrae i metalli pesanti contenuti nei colori dei tatuaggi. I rischi sono quelli di ustioni e bruciature locali». Oggi è possibile far sparire un tatuaggio di medie dimensioni anche in un paio di sedute grazie a un doppio trattamento in una stessa giornata a distanza di trenta minuti l'uno dall'altro.



E, sempre a tutela della salute, secondo Nicodemi, sarebbe necessario che i tatuatori «rilasciassero ai propri clienti una scheda con le indicazioni dei coloranti utilizzati e la profondità di inserimento nella pelle, per rendere meno difficoltoso il lavoro del medico che poi eventualmente dovrà toglierli».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Dicembre 2013, 22:23
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